Responsabilità sociale d'impresa

La Responsabilità Sociale di Impresa è un nostro impegno quotidiano

Trasparenza delle politiche in materia di rischio di sostenibilità (Articolo 3 SFDR)

Il processo di selezione degli investimenti in materia di sostenibilità può essere analizzato con riferimento alle Gestioni Separate e ai Fondi Interni

1) Investimenti nella Gestione Separata

La Compagnia considera i criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nell’analisi dei propri investimenti.

Tale analisi si applica a tutte le classi di attivi nel portafoglio secondo metodologie che considerano le specificità delle diverse classi.

La politica di investimento include anche le politiche settoriali del Gruppo BNP Paribas[1],che hanno l’obiettivo di identificare dei settori sensibili, ovvero, settori che presentano dei rischi ambientali, sociali e di governance rilevanti.

L’approccio di investimento responsabile della Compagnia è sintetizzabile in tre punti.

  • Analisi dell’integrazione dei criteri ESG

 

Per analizzare da un punto di vista extra-finanziario gli investimenti, la Compagnia raccoglie da fornitori esterni dei dati ESG specifici per ogni classe di attivi, li analizza e li integra nel processo di investimento, tenendo conto delle peculiarità dei diversi attivi. Tali dati vengono successivamente integrati nel proprio processo di gestione e / o filtro dei diversi universi di investimento.

Per esempio, la Compagnia valuta, tramite il supporto di fornitori esterni, come i Paesi in cui investe stiano affrontando i temi realizza, tramite il supporto di fornitori esterni, un’analisi ESG sui Paesi valutando la considerazione degli Stati dei temi ambientali, sociali e societari. Un punteggio globale sintetizza le differenti valutazioni effettuate, permettendo di definire l’universo di investimento “Paesi” dei titoli azionari e governativi.

La Compagnia realizza anche un’analisi ESG sulle aziende (azioni e obbligazioni private) sia applicando l’insieme delle politiche settoriali definite dal Gruppo BNP Paribas, sia prendendo in considerazione, grazie al supporto di analisi esterne, le problematiche ambientali, sociali e di governance nell’analisi e nella classificazione delle aziende in cui la Compagnia investe.

L’insieme di questi filtri, applicati a livello di Paese e di singola società. permette di rendere l’universo investibile della Gestione Separata compatibile con gli obiettivi di investimento responsabile di Cardif Vita S.p.A..

Oltre a ciò, la Compagnia valuta l’approccio ESG dei fondi azionari e obbligazionari secondo tre indicatori:

-        l’uso dei criteri ESG nel processo di gestione

-        l’allineamento alle politiche settoriali del Gruppo BNP Paribas

-        la politica di impegno azionario

Infine, la Compagnia analizza i requisiti ESG anche per i fondi che investono in attivi non quotati, attraverso l’utilizzo di Questionari di Due Diligence che consentano di valutare l’integrazione dei criteri ESG sia a livello di società di gestione sia a livello di aziende sottostanti investite nei fondi.

Un “tasso di copertura” dell’analisi ESG viene, poi, calcolato. Questo indicatore rappresenta la percentuale di attivi detenuti dalla Compagnia analizzati da un punto di vista ESG.

  • Livello di integrazione dei criteri ESG

Cardif Vita identifica il livello di integrazione ESG di ogni attivo in base a diversi criteri tra cui: la strategia extra-finanziaria, il processo di integrazione ESG, la conformità a convenzioni o trattati internazionali, la presenza di certificazioni esterne e riconosciute. Per ogni investimento la Compagnia classifica il livello di integrazione dei rischi e delle opportunità legati alla sostenibilità in tre classi:

  • Debole: si tratta di attivi che non hanno un processo di integrazione ritenuto adeguato, sia a causa, per esempio, dell’assenza di una strategia extra-finanziaria, sia a causa della mancanza di disponibilità di dati extra-finanziari oppure per la natura specifica degli investimenti (per esempio: fondi alternativi, strumenti derivati, ...). Rientrano in questa categoria anche quegli attivi che si limitano ad attuare dei meri filtri normativi e/o legali (per esempio: rispetto dei Diritti dell’Uomo, Diritto del Lavoro, Trattatati Internazionali, ...).

 

  • Soddisfacente: si tratta di attivi che hanno un processo di integrazione ESG che considera alcune problematiche e opportunità ambientali, sociali e di governance nel loro processo di gestione. In aggiunta ai filtri normativi e legali, questi attivi applicano anche delle esclusioni settoriali.

 

  • Elevato: si tratta di attivi che integrano nel proprio processo di investimento dei criteri ESG rigorosi e che potrebbero anche essere certificati da entità esterne tramite apposite certificazioni (o “label”). In aggiunta ai filtri normativi e legali, sono applicate anche delle esclusioni basate su diversi criteri ESG, quali, per esempio, esclusioni settoriali restrittive (carbone termico, tabacco, gas, …) o un approccio “Best in class” settoriale.

 

La Compagnia privilegia gli investimenti con i migliori livelli di integrazione ESG.

  • Gestione del rischio climatico

 

La Compagnia considera il rischio climatico prevalentemente nell’analisi delle società quotate in cui investe o che finanzia. Per questi investimenti, grazie a un fornitore esterno, la Compagnia calcola l’impronta di carbonio (Carbon footprint) e valuta la strategia di transizione energetica di ciascuna società. Un approccio “Best-in-Universe” viene quindi adottato, con l’obiettivo di escludere dall’Universo di Investimento le società altamente inquinanti che non hanno adottato una seria politica di transizione energetica.

La strategia di investimento sostenibile è una strategia di lungo periodo, pertanto, difficilmente si misura l’impatto di tale strategia su un orizzonte di investimento breve. Il contributo al rendimento di questa strategia potrà essere valutato nel tempo in base alla capacità di resilienza degli investimenti ai rischi di sostenibilità.

La Compagnia ritiene che i rischi di sostenibilità non gestiti o non mitigati possano avere impatti sui rendimenti dei sottostanti finanziari.

A causa della natura dei rischi di sostenibilità e di temi specifici come il cambiamento climatico, la possibilità che i rischi di sostenibilità incidano sui rendimenti dei sottostanti finanziari potrebbe aumentare su orizzonti temporali di più lungo termine.

La valutazione degli indicatori extra-finanziari permette di analizzare l'approccio delle imprese di fronte alle sfide dello sviluppo sostenibile, facilitando una migliore identificazione dei rischi e delle opportunità. Tali criteri extra-finanziari, che costituiscono parte integrante dell'analisi finanziaria, contribuiscono ad una migliore identificazione dei rischi di sostenibilità e potrebbero essere fonte di risultati a medio e lungo termine.

 

2) Investimenti in Fondi Interni

Anche in alcuni Fondi Interni sono state adottate delle politiche in materia di rischio di sostenibilità. Tali politiche sono indicate nei rispettivi Regolamenti.

 

 

[1] https://group.bnpparibas/en/financing-investment-policies